Domotica e Pokemon GO
La realtà aumentata nelle nostre vite e nelle nostre case
Le polemiche sul nuovissimo gioco di Nintendo non sono mancate. Nintendo, ancora una volta, come fece nel 2006 con la Wii, ha saputo rivoluzionare il settore ed il mercato dei videogiochi.
Qui ovviamente non ci interessa il gioco in quanto tale, ma il suo contenuto tecnologico.
Pokemon GO introduce per la prima volta un mix di geolocalizzazione e realtà aumentata.
Per realtà aumentata si intende una esperienza che è risultato di un mix di reale e virtuale.
Non si tratta in altre parole di una realtà completamente virtuale, come quella già sperimentata da molti videogiochi, ma di componenti virtuali introdotti all'interno del reale.
La portata emotiva della realtà aumentata è notevole. I famosissimi Pokemon compaiono nel contesto reale ripreso dalla camera dello smartphone, proprio come se fossero li davanti a voi.
È un mondo parallelo fatto di fantasmi digitali che compaiono dal nulla. La meraviglia delle meraviglie è che con questi animaletti fantasma c'è la possibilità di interagire, catturandoli o comunque utilizzandoli all'interno del gioco.
Pokemon GO è la prima applicazione su larga scala di realtà aumentata. È un'esperienza di gioco del tutto nuova, che ci proietta in un mondo in cui digitale e reale si confondono, in una sorta di allucinazione digitale di massa. Il fatto che l'oggetto virtuale, il Pokemon, possa essere visualizzato in contemporanea nello stesso luogo da diversi utenti, rende l'oggetto virtuale, reale.
Immaginate di trovarvi davanti alla fontana di trevi e tutti i turisti attorno a voi vedono, attraverso il proprio smartphone, il mostriciattolo Pokemon che fa il bagno. La condivisione rende quell'oggetto virtuale assolutamente reale. In fondo una bugia condivisa è una verità.
È evidente che le prospettive di applicazione della realtà aumentata sono moltissime.
In fondo i google glass dovevano, già due anni fa, portare queste nuove tecnologie nelle nostre vite. Lo smartphone però crea un filtro tra reale e virtuale che può essere rimosso. La realtà aumentata è in questo modo più tollerabile.
Pokemon Go introduce il virtuale in un contesto pubblico, ma la realtà aumentata non tarderà ad entrare nelle nostre case.
Già alcune applicazioni di domotica consentono di utilizzare la fotocamera dello smartphone per gestire luci o dispositivi in genere. Quindi nelle nostre case domotiche, niente più menù da scorrere per arrivare al bottone che gestisce la luce del salone. Basterà inquadrare la lampada nel nostro smartphone ed il gioco e fatto.
In futuro non mancheranno veri e propri maggiordomi virtuali, con i quali sarà possibile interagire in un mix di realtà aumentata e controlli vocali.
Sembra un futuro lontano, ma dopo l'esperienza Pokemon GO è molto più vicino di quanto possa sembrare.
Luca Ricci
Speciale Ecobonus: Le agevolazioni fiscali per la Domotica
Fino alla fine dell'anno potreste ancora avere la possibilità di ottenere il rimborso del 65% di quanto avete speso per realizzare il vostro impianto di domotica.
In effetti a partire dal 1 Gennaio 2016 sono state aggiunte, alle spese che godono della detrazione fiscale del 65% (c.d. “Ecobonus”), quelle che per “l'acquisto, l'installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione di acqua calda e/o climatizzazione” (l. di stabilità, comma 43bis).
La possibilità di ottenere una detrazione di ben il 65% sull'intero importo speso per realizzare il vostro impianto di domotica è di certo attraente. In effetti, come al solito, ci sono alcune limitazioni.
A parte i requisiti soggettivi, per i quali si rimanda a professionisti competenti, per le spese sostenute vale il così detto principio di “cassa”.
Quindi potrete ottenere il rimborso, sempre in dieci anni, del 65% delle spese, ma devono essere tutte sostenute in quest'anno.
Per quanto riguarda la definizione di quelle che sono effettivamente le spese che possono essere portate a detrazione, la confusione è ancora grande.
In effetti la legge, come avete avuto modo di leggere sopra, non parla di domotica (termine ancora troppo vago), ma di dispositivi che consentano il controllo da remoto, ed in particolare di sistemi di riscaldamento e climatizzazione.
L'interpretazione valida, nella pratica, è quella di far rientrare l'intera voce domotica nella detrazione, considerandolo comunque un unico impianto (cosa tecnicamente vera), che svolge le funzioni richieste dalla legge, ed anche altre.
La possibilità di leggere i consumi energetici ed il controllo dell'energia termica utilizzata sono quindi requisiti essenziali perché l'impianto di domotica realizzato possa considerarsi detraibile per legge.
È al contrario sicuramente una forzatura quella di far rientrare nell'agevolazione anche i costi relativi ad impianti audio e audiovideo, anche se integrati nel sistema di domotica.
Per un impianto completo pertanto sarà corretto dividere le due spese, quella per la domotica e quella per gli impianti audio e audiovideo.
Le modalità di applicazione delle agevolazioni seguono le regole generali del così detto “ecobonus”, quindi: pagamento mediante bonifico bancario su cui verrà applicata la ritenuta e necessità di riportare in dichiarazione dei redditi le spese della domotica sostenute e per le quali si richiede la detrazione.
È necessario che la ditta installatrice dell'impianto di domotica rilasci opportuna documentazione dell'esecuzione effettiva dell'intervento e dei contenuti.
Al riguardo riteniamo che la documentazione completa del progetto con schema a blocchi debba essere sempre lasciata al cliente finale. Costituirà elemento tecnico probante in caso di futuri controlli fiscali. Insomma per chi vuole realizzare un impianto è una grande opportunità di risparmio, anche perché il 65% non è per niente poco.
Certo il fisco italiano stupisce sempre per la sua complessità. Per esempio la necessità di sostenere finanziariamente l'intero esborso tutto nell'anno in corso è un limite sicuramente troppo rigido.
Inoltre non si capisce perché tutto deve essere sempre risultato di un intervento eccezionale, per cui non vi è alcuna certezza che le stesse condizioni potranno trovare applicazione anche il prossimo anno.
È un'incertezza congenita al nostro sistema che di sicuro non fa bene all'economia, perché ci impedisce di fare strategia anche solo oltre l'anno in corso.
Luca Ricci |