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Newsletter Maggio 2013

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VANTAGE KNX INTERFACE POINT

Una delle questioni più dibattute nel mondo della domotica è la scelta tra protocolli proprietari e protocolli aperti. Per comprendere la natura di questo dilemma facciamo un passo indietro.
Un impianto di domotica è costituito da componenti “sparsi per casa” che devono poter dialogare tra di loro e “capirsi”. Per fare questo devono parlare ovviamente la stessa lingua.
Ora, la lingua parlata dai componenti di un sistema di domotica si chiama protocollo. Questa “lingua” può essere creata da una azienda per consentire ai propri prodotti di domotica di dialogare. In questo caso si tratta di un protocollo “di proprietà” dell'azienda che l'ha creato. In alternativa, un' azienda, può produrre componenti che adottano una sorta di “lingua franca” già nota. La lingua (protocollo) in questo caso non è di proprietà di nessuno, in questo caso si parla di “protocollo aperto”.

konnex interfaccia domoticaInterface Domotica Konnex

Considerando che la questione si trascina da più di dieci anni potete immaginare i fiumi di parole che sono stati spesi. Si potrebbe scrivere un libro a parte. Provo a sintetizzare tralasciando qualsiasi aspetto tecnico sulla bontà di questo o quel prodotto.

Un prodotto proprietario è legato alle sorti dell'azienda che lo produce. Se un domani il produttore cambia qualcosa o se “non c'è più”, diventa impossibile trovare pezzi di ricambio o supporto tecnico. È per questo che sceglierei un sistema a protocollo proprietario solo se di una multinazionale ben consolidata. Inoltre, con un prodotto proprietario, se l'azienda non è diffusa, può diventare problematico trovare tecnici formati per la programmazione.

Al contrario, con un protocollo aperto, a patto che sia utilizzato in modo diffuso da più produttori (l'ideale sarebbe arrivare ad un unico protocollo condiviso da tutti i produttori di domotica), si troveranno sempre ricambi, supporto e programmatori in grado di “metterci le mani”.

Queste, ed altre considerazioni, hanno portato un progressivo rafforzamento dei protocolli aperti, che in Europa significa rafforzamento del Konnex, protocollo aperto e condiviso oggi da oltre 300 produttori (ad inizio anno la Fujitsu è stata festeggiata come il membro 300 dell'associazione).

L'avanzare del konnex ha indotto molte aziende, inizialmente su posizioni difensive, ad aprire i propri sistemi a questo protocollo di comunicazione, creando apposite interfacce. Tra questi troviamo grandi nomi della domotica di lusso, come AMX e Crestron, la già nota RTI, e, con l'interfaccia qui presentata, l' americana Vantage.

In realtà l'interfaccia Vantage-KNX è stata sviluppata da Vantage EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), a riprova della diffusione soprattutto Europea del Konnex. Ma l'idea di protocollo aperto, e soprattutto condiviso, tra i vari produttori di domotica, piace anche in Nord America, e girando tra i forum di settore USA, molti spingono per l'accettazione del Konnex. Tutto questo fa sperare che il Konnex possa diventare il protocollo mondiale per la domotica (ovviamente la speranza per noi europei è che si affermi a livello mondiale il nostro protocollo e non quello americano).

Per ora il passo della Vantage sembra non solo pragmatismo commerciale, ma anche una intelligente scelta strategica. Con la nuova interfaccia, Vantage è l'unico produttore, tra i grandi nomi della domotica di lusso, a poter essere nativamente integrato in MyHome (Vantage e bTicnio fanno parte entrambe del gruppo Legrand) e Konnex. Vantage potrebbe essere a questo punto la scelta ideale come sistema di supervisione per MyHome (che ricordiamolo è il sistema proprietario più diffuso in Italia), con la flessibilità un domani di passare al konnex se dovesse essere necessario.

Dal punto di vista tecnico il gateway Vantage-Konnex utilizza la stessa soluzione di RTI. È un'interfaccia via TCP/IP, sviluppata con un driver ed un applicativo specifico su hardware Weinzierl. Scelta che condivido appieno, perché il gateway KNX-IP della Weinzierl è un prodotto davvero “a prova di bomba”.

Quindi complimenti a Vantage che ha dimostrato, sotto la guida Legrand, una grande capacità di stare “al passo” senza preconcetti e senza inutili presunzioni.

Luca Ricci

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Smart City

La casa intelligente del prossimo futuro sarà soprattutto una casa in grado di comunicare autonomamente con la città in cui è inserita. Il veicolo di queste informazioni sarà naturalmente Internet, mentre l'impianto di domotica interno sarà deputato a raccogliere, elaborare e spedire queste informazioni sulla rete, oltre che ad eseguire comandi inviati dal “cervello” della città.

Smart Cities

Qualcuno ha abbozzato maldestramente questo concetto con l'idea del frigorifero che fa la spesa. Sicuramente un'idea simpatica, ma non rivoluzionaria. Dove la domotica, unita ad una città “digitale”, cambierà tutto è nella gestione dell'energia.

Comunicando con la rete di distribuzione elettrica, l'impianto di domotica sarà in grado di attivare utenze ad alto assorbimento, come la lavatrice o l'asciugatrice, nel momento in cui gli viene inviata la disponibilità di energia in eccesso. In questo modo sarà possibile bilanciare il consumo di energia durante tutte le ore della giornata, in base all'energia effettivamente prodotta.

In pratica, dopo aver preparato la lavatrice e aver dato il comando di avvio, sarà la domotica, coordinata dalle informazioni su produzione e consumi elettrici della città, ad avviare effettivamente il ciclo di lavaggio nel momento opportuno. Una città intelligente come questa sarà in grado di affidare una maggior parte del proprio fabbisogno energetico a fonti rinnovabili come il fotovoltaico o l'eolico, la cui energia prodotta, dipendendo da fenomeni atmosferici, è meno costante e prevedibile delle centrali a combustione o nucleari.

Quando anche la mobilità urbana sarà convogliata sull'elettrico, anche la ricarica nella colonnina in garage della macchina potrà essere gestita dalla rete. A quel punto l'unione di domotica, innovazione nelle tecnologie delle fonti rinnovabili e informatizzazione delle reti elettriche cittadine, creerà quella che abbiamo chiamato la “smart city”: la città intelligente.

Luca Ricci

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