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Newsletter Novembre 2013

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Touch Screen RTI KX2

Il KX2 è l'ultima novità con cui l'americana RTI rinnova completamente la gamma di prodotti touch screen da installazione. Insieme al fratello maggiore KX7, questo piccolo touch screen di appena 3,5”, rappresenta la nuova filosofia RTI. Prodotti semplici da installare e cablare, grazie all'adozione del PowerOverEthernet, in altre parole un solo cavo UTP per tutto, alimentazione e collegamento dati.
Ma non solo, sempre sull'onda della semplicità di installazione, per il KX2, RTI ha scelto l'adozione di una scatola da incasso standard. Niente più box difficili da reperire e terribilmente costosi, ma una normale scatola da installazione elettrica.

rti-rx2

Se le semplificazioni nell'installazione piacciono soprattutto all'elettricista, il nuovo design e la collaudata grafica RTI, colpiscono al cuore l'utente finale.
Il nuovo KX2 è un oggetto bello. La finitura non sporge più di qualche millimetro dalla parete.
L'effetto lucido e le forme squadrate si adattano alle nuove tendenze dell'interior design.
Giuste anche le dimensioni, che rendono il touch un elemento utile, bello, ma discreto.
In fondo si tratta di un componente di controllo, non di un televisore!

Interessante nel KX2 anche l'aggiunta di tasti fisici serigrafati. La possibilità di avere sempre immediatamente disponibili alcune funzioni, come le luci della stanza o il termostato, rendono possibile l'utilizzo del KX2 come unico room control, senza necessità di aggiungere altri comandi.

Utile anche l'uscita di controllo ad infrarossi incorporata. Già ci vedo collegata l'aria condizionata di ogni stanza, senza necessità di altri componenti. Tutto in uno. Ma il vero “colpo di genio” è stato il sensore di prossimità incorporato.

Il touch semplicemente si accende quando qualcuno si avvicina, e poi torna in standby.
Sfido chiunque a non tirare fuori un piccolo sorriso nell'utilizzarlo. E poi c'è il sensore di luminosità, che regola l'intensità del display in base alla luminosità ambientale.
Ed anche qui l'effetto “wow” è garantito! Insomma il piccolo KX2 è un grande prodotto, che guarda al futuro.

Un dispositivo pieno di contenuti e che verrà proposto sul mercato ad un prezzo ragionevole.

Luca Ricci

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Il nuovo BluRay

Maggiore è la definizione ed in genere la qualità, maggiore è la dimensione, in termini di memoria occupata, dei file multimediali. E così, un film che in bassa definizione occupava solo 4Gb di memoria, in full HD necessita di ben 25Gb. Di conseguenza i supporti fisici su cui questi contenuti sono memorizzati devono essere sempre più capienti. Per supportare i film in HD si è passati ad un nuovo disco, il BluRay sviluppato da Sony ed a nuovi lettori multimediali, in grado di “leggere” il BluRay.

bluray

Ma la questione della capacità di memoria è solo uno degli aspetti di un supporto ottico (CD, DVD e BluRay). Un secondo aspetto, che va di pari passo con la memoria disponibile, è la velocità di lettura. La tecnologia di supporto deve essere in grado di leggere i dati e trasferirli al TV, ed il tutto deve avvenire senza che l'occhio umano possa accorgersene. Se ci pensate bene è quasi magia.

Ogni immagine di un televisore HD, letta su di un supporto BluRay è composta da ben 2'073'600 di punti. Se il valore in termini di colore di ciascun pixel (la profondità di colore) è espresso da 16 bit (e non è il massimo esistente sul mercato), una singola immagine è composta da circa 33 milioni di bit.
Se la frequenza di aggiornamento dell'immagine sul televisore è di 60 immagini per secondo, significa che in 1/60 di secondo il lettore bluray deve leggere 33 milioni di bit, decodificarli ed inviarli al monitor, il quale deve a sua volta trasformarli in un'immagine.
Ovviamente non è proprio così. In quanto il flusso dei dati è compresso in modo tale da ridurre il bit rate necessario per fruire del contenuto multimediale, cioè per darci lo stesso risultato visivo ma con un numero inferiore di bit... ma questo non fa che rendere il miracolo ancora più incredibile.

Tutto questo non basta. Oltre all'immane flusso di dati necessario per comporre l'immagine in alta definizione (e ricordiamo che oltre all'immagine deve essere trasmesso anche l'audio), c'è la crittografia. Il contenuto deve essere “protetto” per evitare atti di pirateria (che naturalmente si verificano puntuali indipendentemente dalle precauzioni prese). Ma la tecnologia certo non si ferma e dopo l'HD, diventato ormai di uso comune, si profila all'orizzonte l'ultaHD. Già oggi sono proposti sul mercato televisori in grado di riprodurre immagini pari a 4 volte l'alta definizione. L'intento è raggiungere un realismo totale nella riproduzione e regalarci un'esperienza di intrattenimento sempre più “vera”.

Ma per ora i contenuti UltraHD sono pochi e non esiste ancora un supporto (ottico) in grado di veicolare questo formato. È necessario sviluppare un nuovo supporto ottico in grado di contenere filmati UltraHD, che vada a sostituire l'attuale BluRay. Per supportare nuovi formati, senza dover abbandonare di punto in bianco la tecnologia BluRay (ed avere il tempo di ammortizzare i costi di sviluppo che sono stati necessari), il prossimo passo sarà probabilmente la realizzazione di nuovi dischi BluRay a triplo strato da 100Gb (contro i 25Gb attuali).

Consapevoli però che la diffusione dei contenuti UltaHD richiederà più di 100Gb, Sony e Panasonic si sono accordati per lanciare entro il 2015 un nuovo supporto in grado di “reggere” almeno 300Gb. Un UltraHD Disk che soppianterà nel tempo il BluRay… e ci costringerà nuovamente a cambiare lettore e televisore.

La tecnologia c'è già, si tratta di renderla commercializzabile e creare uno standard di riferimento.
Basti pensare che in laboratorio è stato realizzato un disco ottico da ben 1000 Tb, cioè 1'000'000 di Gb. Ancora una volta non resta che attendere e stupirci, smentendo sempre quelli che pensano che nel mondo della tecnologia il grosso è già stato fatto.

Luca Ricci

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