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Newsletter Settembre 2011 |
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Quest'anno più che mai, percorrendo i vari spazi espositivi, sono emerse le contraddizioni interne di questa manifestazione in piena crescita. Si passa dagli stand della Epson, in cui ci si diverte con videogame in 3d e si gioca alla X-Box con il Kinect, alle sale d'ascolto “esoteriche”, dove un gruppetto di appassionati fissa immobile l'impianto sterofonico alla ricerca della più sofisticata delle vibrazioni. Nel mezzo produttori “non di nicchia” come Yamaha Audio, Denon, Onkyo, etc. si mischiano ai vari McIntosh o addirittura agli amplificatori valvolari, oggetti di culto per veri audiofili. Emergono quindi le due anime del Top Audio. Il mondo più “commerciale”, che passa per colossi come Asus e Mistubishi, ed il mondo HiEnd delle sale d'ascolto posizionate ai vari piani. Qualcuno sostiene che il Top Audio dovrebbe evolversi definitivamente, abbandonando la nicchia, senz'altro più artigianale, dell'HiEnd, e raggiungendo la piena maturità di una grande fiera di settore. |
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In realtà il successo del TopAudio è dovuto proprio alla capacità di far coesistere due mondi apparentemente opposti: quello dell'mp3 e quello del vinile che, nel TopAudio, ritrovano la loro origine comune, la passione sempre e comunque per la musica e l'intrattenimento. Ciò che rende il Top Audio una manifestazione gradevole da visitare per tutti è proprio la possibilità di ascoltare impianti HiEnd e subito dopo divertirsi con i videogame in una sala da proiezione organizzata da una multinazionale. Le sale d'ascolto ai piani non saranno remunerative come i grandi stand della Asus, ma sono quelle che rendono il Top Audio una manifestazione unica. Ben venga quindi l'apertura al mondo delle multinazionali e dei prodotti più mass market, senza che questo comporti necessariamente lo smarrimento dello spirito iniziale della manifestazione. In fondo la magia del Top Audio è proprio il viaggio continuo nel tempo cui ti costringe il vagare tra gli stand, dalle valvole ai proiettori 3D, dal lettore LP ai videogame. Credo che le grandi multinazionali hanno solo da guadagnare da questo contesto magico. Fatta questa premessa passiamo alle novità, poche, che ci hanno colpito. La nostra cara GARVAN ha presentato i suoi primi diffusori da esterno a guida d'onda, accompagnati dalla versione da scaffale dei classici onwall. I diffusori da esterno sono due modelli, uno squadrato, a forma di cubo, ed uno a forma di cilindro. Decisamente più attraente il primo, forse anche perché è stato presentato in laccato bianco, colore più “di moda”. I diffusori da scaffale sono gli stessi della serie onwall, con un case ovviamente riprogettato per la diversa installazione. Attualmente sono tutti con il frontale realizzato in griglia di metallo, da verniciare del colore che si preferisce. Potrebbe essere interessante vedere anche una soluzione che sfrutta la cornice acciaio inox di GARVAN, combinata con il telo colorato su misura. Per quanto riguarda i proiettori ci ha stupito positivamente il nuovo Mitsubishi HC9000, performante sia in 3D che in 2D. Il proiettore dispone di diverse possibilità di regolazione che lo rendono facile ad adattarsi a qualsiasi contesto installativo mantenendo un'elevata qualità complessiva. La luminosità è tanta e senza deprimere i colori. La messa a punto consente di passare facilmente da una visione “di giorno” ad un “effetto cinema”. Bellissimi i prodotti della GENEVA. In particolare il GENEVA SOUND SYSTEM XXL, ottimo esempio di integrazione tra design e tecnologia. Si tratta di un mobile da TV dal design minimal, con sistema di diffusori acustici, dock station, e amplificatore completamente integrato ed invisibile. Le dock restano comunque tutte di altissima qualità, anche se i prezzi sono elevati. Nel campo dell'HiEnd ci ha colpito in particolare la Fat Lady di Morel. È un diffusore unico nel suo genere, con forme sinuose ed un materiale, il carbonio, che trasmette tutta la forza dell'innovazione tecnologica. Le dimensioni sono notevoli, ed è difficile farla passare inosservata, ma con un buon progetto degli interni può diventare un componente d'arredo unico nel suo genere. L'audio è di qualità HiEnd, ma con un occhio alla commerciabilità. Delude invece il sistema di Storage Audio Olive, che dovrebbe rappresentare la versione “di qualità” del SONOS. Il server centrale è ingombrante, inutilmente pesante e dal design “incomprensibile”. Ottima invece la nuova versione dei prodotti SONOS, che completa la gamma con un player integrato “piccolo”, l'S3, e la versione in nero di entrambi i player. Delude lo stand B&W che non ha fatto altro che riproporre i suoi prodotti di successo senza alcuna novità aggiuntiva, come tra l'altro molti altri espositori, focalizzandosi esclusivamente sulle sue due dock station per iPhone/iPod. La Focal ripropone il suo, bellissimo, stand invariato rispetto agli anni precedenti. Ancora una volta il diffusore “Grande Utopia” cattura l'attenzione con le sue forme e dimensioni, peccato che non è stato possibile sentirlo suonare. Ottimi anche i piccoli diffusori Bird, collegati al sistema 2.1 lanciato da Focal, che, a dispetto delle dimensioni, ha una profondità di suono e una potenza veramente notevoli, oltre ad un design accattivante. In definitiva il Top Audio di quest'anno si evolve per dimensioni, ma non stupisce per novità. Probabilmente il vero passo in avanti sarebbe svincolarsi dalla sede storica del AtaHotel Quark, e spostarsi in una struttura adeguata a quella che non è più solo una manifestazione di nicchia. In questo modo si creerebbero gli spazi per accogliere le grandi multinazionali del settore entertainment, che, oggi, sono le uniche a potersi permettere di portare sul mercato la vera innovazione tecnologica. Probabilmente oggi il Top Audio deve davvero riflettere sulla sua identità, aprendosi al nuovo senza dimenticare il passato. Luca Ricci |
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